Venerdì 30 settembre le classi 4^ CBA sez. A e B, accompagnate dalle docenti di Microbiologia e di Chimica, si sono recate presso la sede dell’ARPA FVG (Agenzia regionale per la protezione ambientale in Friuli Venezia Giulia) in via Colugna 42 a Udine, in occasione della “Giornata della trasparenza”.
Le classi, in particolare, hanno svolto un’ora di progetto riguardante la radioattività presente nell’aria, nel suolo e negli alimenti, i modi con cui verificarla e limitarne le eccessive concentrazioni.
L’argomento di cui si è maggiormente parlato è stato il RADON (Rn), un gas radioattivo naturale, inodore e incolore, prodotto dal decadimento dell’uranio.
Questo gas è molto pericoloso per la salute perché classificato come agente cancerogeno e anche le concentrazioni più basse possono portare a un aumento del rischio di cancro ai polmoni.
Il radon è generalmente presente nell’aria del terreno, ma questa è in costante scambio con quella atmosferica. La sua potenziale pericolosità dipende dal tipo di suolo presente in un territorio; se questo sarà poroso, le concentrazioni di radon in atmosfera saranno più elevate rispetto a un terreno compatto.
Il principale mezzo di diffusione di questo gas negli edifici è dovuto alla risalita dalle fessure e l’addensamento nelle stanze, in particolare nelle cantine. In caso di presenza del radon negli edifici i tecnici consigliano di munirsi di un sistema di areazione naturale del sottosuolo.
I tecnici hanno proseguito mostrando le strumentazioni utilizzate per rilevare le particelle radioattive in atmosfera secondo misurazioni che possono essere istantanee, continue e integrate.
In Friuli Venezia Giulia è stata fatta una mappa che identifica la presenza del radon nei vari comuni in base al livello di concentrazione. E’ risultato che le zone più pericolose sono quelle del Carso triestino e di Udine.
E’ stato trattato quindi l’argomento della radioattività presente nel suolo che, in questo territorio, vede come causa d’inquinamento principale il Cs-137, isotopo radioattivo del Cesio metallico derivato dal disastro verificatosi alla centrale di Chernobyl nel 1986.
Infatti, a causa delle alte temperature raggiunte, furono immessi in atmosfera prodotti radioattivi, come gas e polveri che con le successive piogge si depositarono nel suolo.
Il Cs-137 ha un tempo di dimezzamento di 30,17 anni ed emette radiazioni “alfa” e “gamma” pericolose per la salute.
I tecnici dell’Arpa svolgono, mediante l’uso di appositi strumenti e apparecchiature che sono inserite sia nel terreno sia utilizzate in laboratorio, analisi per il controllo, il monitoraggio e il rilevamento delle aree con concentrazioni elevate di Cs-137.
Quest’ultimo può, inoltre, essere presente negli alimenti. Sono state fatte delle analisi secondo le quali i valori limite nel latte non devono superare i 370 Bq/Kg e invece negli altri alimenti tali valori non possono superare i 600 Bq/Kg.
Avere la possibilità di partecipare ad attività integrative come queste, per gli studenti, è interessante e motivante, perché permette di venir a conoscenza di una piccola parte delle tecniche e delle analisi svolte in campo ambientale e di arricchire, in questo modo, il proprio bagaglio culturale.
SIRCH DEBORAH - CLASSE 4^ CBA sez. A
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